Prendimi e portami via by Lorraine Heath

Prendimi e portami via by Lorraine Heath

autore:Lorraine Heath
La lingua: ita
Format: azw3
editore: MONDADORI
pubblicato: 2003-02-24T23:00:00+00:00


14

Angela si sentì girare la testa quando Miguel, premendole le manine sulle ginocchia, la persuase a roteare su se stessa. Lei aveva sugli occhi una bandana perché il bambino non credeva che fosse completamente cieca, e Angela non poteva spiegare perché questo la rendesse felice, forse perché la faceva sentire come tutti gli altri.

Si fermò traballando e ridendo. — Credo che basti così, Miguel. Ormai non troverò più la piñata.

Miguel ridacchiò. Qualcuno le ficcò un bastone in mano. Prima che la persona se ne andasse, lei gli diede un colpetto sulla testa. Miguel scoppiò a ridere. Angela avrebbe sentito la sua mancanza, una volta andatasene, e sapeva che il momento sarebbe venuto più presto di quanto desiderasse, probabilmente domani.

Non sapeva esattamente come fare per colpire la piñata, e voleva riuscirci, non fosse che per dimostrare che era ben lieta di partecipare a quel gioco infantile. Fece roteare il bastone nell’aria… contro il nulla. Riacquistò equilibrio e dignità.

— L’avete alzata! — gridò Angela. Aveva udito rumore di canapa che sfregava sulla corteccia.

— Naturalmente, señorita — spiegò Jorge. — È così che si fa questo gioco.

Lei alzò le spalle e respirò a fondo, decisa a muoversi più rapidamente. Strinse i denti e avventò il bastone con tutte le forze, ma il bastone fu bloccato dall’urto contro un oggetto immobile.

— Il vostro turno è finito, Angela — disse Lee a voce bassa prima di strapparle il bastone di mano. — Miguel, adesso tocca a te. — Lee le tolse il fazzoletto dagli occhi.

— Era divertente starla a guardare — commentò Miguel.

Lee la prese per il braccio e la allontanò. — Restate dove non potete farvi del male — le ordinò.

Quando si convinse che era al sicuro, la lasciò andare. — Domani partiamo per Fortune. Questa notte dormirete con Juanita.

— Per quanto tempo intendete tenermi il muso?

— Come fate ad accusarmi di essere arrabbiato quando sto esaudendo i vostri desideri.

— Io vi conosco, Lee.

— Voi non conoscete niente.

— Mi avete evitato per gran parte della giornata — gli fece notare lei con tono pacato.

— Avevo delle cose da fare.

— Bugiardo.

— Non irritatemi, Angela — replicò lui con voce ben controllata.

Angela, non querida. Era proprio arrabbiato.

— Dov’è? Dov’è? — gridava intanto Miguel.

— Lee, non ho intenzione di dire a nessuno ciò che ho saputo di voi e della vostra famiglia.

— Questo lo so.

— E allora, perché continuate a essere arrabbiato con me?

Lee fece un sospiro profondo. — Perché mi avete fatto comprendere che ho messo la mia famiglia in pericolo con il mio egoismo e la mia sete di vendetta. Devo trovare il modo di cambiare la situazione.

— Avete intenzione di ridare a Shelby il suo denaro?

— Mai. — Angela sentì il disprezzo esplodere in quell’unica parola. — Devo semplicemente allontanarmi da loro e continuare la mia ricerca da solo.

Crash!

— L’ho colpita! — gridò Miguel.

— Colpiscila ancora, Miguel! — gridò Alejandro.

Crash! Crash!

— Bel lavoro — commentò Alejandro.

E Angela si chiese se, prima del suo arrivo, Lee fosse stato l’unico a gridare incoraggiamenti, e all’improvviso si rese conto che lui non si stava ritirando solo da lei, ma anche dalla sua famiglia.



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